1 classificato
Federico Caponera
Amor verso la vita
Buio e soffuso, nell’aspro profumo
del mare che geme, lento l’autunno
sopisce ogni sguardo. Nel rado fumo
sospira il mio volto di perla: Autunno…
Coltri rossastre ricoprono mute
silenzi di voci. Soffi d’inverno
sono parole nel vento. Vissute
raccontano il gelo del cuore; Inverno…
Scure nubi lontane
urlano al cielo i miei occhi atterriti
e dottrine profane…
Vani sguardi dubbiosi
gridano al tempo i suoi occhi e i suoi miti
e ricordi gloriosi…
La mia voce ribelle
sembra polvere dispersa nel vento
che raffredda la pelle…
Una mano sfinita
afferra invano l’amore che sento…
Amor verso la vita!!
2° classificato
Dino Valentino Moro
Madre
Ho visto comparire
senza rumore
fili bianchi
tra le tue chiome
le rughe
sul tuo viso
così amabile,
la tua pelle
diventare
sempre più sottile
quasi trasparenza
e lunghe linee viola
farsi spazio
come strade
in un deserto.
Ho visto appassire
ad uno ad uno
i fiori sul davanzale.
3° classificata
Maria Luisa Cozzi
Temporale
Plumbeo è il cielo:
una pesante cappa di cenere
ci sovrasta.
Rondini radenti la terra
inseguono
in irrefrenabile corsa
nuvole basse
che vagano nell’aria
colma di elettricità.
Mille saette squarciano
in lontananza
quella traccia d’azzurro
rimasta.
un rombo improvviso di tuono:
truci goccioloni disegnano il cemento.
Paure antiche
turbinano come vento nella mente
riportando alla memoria
spettri di epoche remote
che ancora lacerano
la nostra anima.
4° classificata
Lara Blocksteiner
Onda
Mare
caldo
vuoto
vi si è perso
l’oceano
freddo
dell’anima
5° classificato
Paolo Francesco Barbaccia
Caldi sospiri
Anna.
Caldi sospiri al freddo cuore,
dolce pensiero,
pensiero immortale,
inquieto,
inquieto amore mio risorge,
risorge amore mio,
si altera il cielo e le stelle,
il tuo ricordo è qui con me.
La voglia di te mi assale,
vorrei rivederti,
rivederti ancora,
ancora una volta dolce Madonna,
Madonna mia.
Scavo nel passato,
e il pianto mi assale una foglia,
una foglia cade,
cade dal cielo carezzando il
il viso mio,
l’armonia musicale degli angeli allietano,
allietano il mio dolore,
mentre il dolce alito del vento asciuga,
asciuga il mio pianto.
6° classificato
Ennio Zampa
La linea
è la di certo
il campo abbandonato ai fiori
dopo la linea
definita
del dolore
è là in attesa
ciò che ho cercato a lungo
il meglio
un soffio di più
creduto perso
7° classificato
Eugenio Mosconi
Non ho che una zattera
Ora
la mano limpida del mare
accarezza le barche
all’approdo.
Gli occhi si fermano
sul lieve, loro sussulto:
ondeggiando appena
insieme
riposano
in attesa di prossime mete,
di spiagge lontane
e nuovi orizzonti.
Ma…
io non ho che una zattera,
in sosta…
E dall’albero
oggi
penzola lo straccio
della mia anima.
Eppure
un alito basterebbe
e, forse, un sospiro
per rivedere
il llungo segno dell’acqua
e il gorgoglio udirne
sotto i legni.
8° classificato
Emmanuele Pompilio
È inutile
È inutile dire al mare di non ondeggiare:
non lo farà.
È inutile dire ai passeri di non cinguettare:
non lo faranno.
È inutile dire al sole e alle stelle di non brillare:
non potranno ascoltarti.
È inutile dirmi di non amarti:
lo farò per sempre.
La mia stella
La mia stella
non dice cosa sente nell’animo,
non parla, non pensa, non sogna il domani.
È in cielo, in mare, sui monti e sull’altare,
tutto osserva, eppure tace:
è la stella della pace.
Io non vivo, se non sento
il suo canto nella mente.
Ella, grande e potente,
è la mia confidente.
Il suo nome bello e puro
io l’ho scritto nel mio cuore.
9° classificata
Laura Zimbardo
Vedo l’ombra del mio essere
illuminarsi alla crudele luce
della verità.
Vedo le immagini del tempo che verrà
avanzare veloci e assordanti
come eserciti turbolenti.
dinstinguo le tante facce senza volto,
i tanti occhi senza amore,
le rosse bocche spalancate.
Mi incammino vacillante nel buio,
è freddo tutto intorno
sento solo il mio caldo respiro
affondare nella nuda terra.
10° classificata
Maria Paola Vallegiani
Notte in stazione
Apro gli occhi
la vita mi scorre accanto,
la lascio scivolar via:
schiuma di un mare infinito
di gente
che passa e non mi vede.
La lascio andar via.
Questa vita che non mi appartiene,
come non mi appartiene un figlio,
come non mi appartiene un amore,
un nome, ma solo un dolore.
Sono ricco di notti di volanti di polizia,
ricco di venti di spari,
di neve,
freddo
e scura malinconia.
Chiudo gli occhi, alzo il cartone:
la schiena posata tra il muro
ed il freddo pilastro
di questa stazione.
La vita scorree
fischio di un treno…
la sento andar via.
La mia l’hanno rubata,
mi addormento
ricco solo
della mia cristallina follia.